IV Edizione - 50 ore contest cinematografico

50 ore per scrivere, girare e montare il tuo cortometraggio: questo è il 50 ore Contest Cinematografico!
Unici vincoli da rispettare: il tempo e tre parametri forniti dall'organizzazione.

La gara è aperta a tutti: videomaker professionisti o semplici appassionati. Ciò che cerchiamo sono persone curiose, creative e che abbiano voglia di mettersi in gioco attraverso il cinema. Non sono richieste attrezzature particolari: i cortometraggi possono essere girati anche con un semplice smartphone. L'importante è avere un'idea e volerla condividere con una community che, anno dopo anno, sta crescendo sempre di più.

Le iscrizioni sono aperte fino al 12 luglio: la mattina del 13, le troupe riceveranno una mail con indicati i parametri a cui attenersi per realizzare il proprio cortometraggio. Genere cinematografico (estratto a sorte per ciascuna troupe), una frase e un elemento (uguali per tutti) da inserire obbligatoriamente all'interno del corto.

I lavori dovranno essere riconsegnati entro 50 ore dall'inizio del contest: i migliori cortometraggi accederanno alla fase finale. Il 23 luglio, a Termoli, saranno proiettati davanti a una Giuria composta da esperti del settore, che insieme al pubblico presente, decreterà il vincitore della IV Edizione. La sola Giuria Tecnica voterà inoltre la menzione speciale “Premio Molise Cinema”.

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Regolamento

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Liberatoria

Liberatoria Minorenni

Il cinema ci parla. Lo fa sin dalla sua nascita, attraverso un linguaggio che gli è unico, e che stimola la nostra immaginazione da più di un secolo.

Per questo motivo, il tema che abbiamo scelto per la IV Edizione del 50 Ore Contest Cinematografico è proprio quello del linguaggio cinematografico e di come si sia evoluto nel tempo.

Il cinema ci parla attraverso le immagini, certo. Tuttavia, creare un’immagine significa caricarla di senso e significato.

La scelta di un’inquadratura, il modo di comporre una scena, i colori, la sequenza del racconto, il montaggio non sono semplici strumenti tecnici: il loro scopo è quello di mostrare la personale visione del mondo che il regista vuole offrirci. L’autore crea così il suo particolare linguaggio, che serve a far comprendere la sua idea. In questo senso, il cinema è essenzialmente un punto di vista.

Oggi però le cose stanno cambiando. Sono cambiati, ad esempio, i metodi di fruizione del cinema: la diffusione di strumenti tecnologici fa sì che l’esperienza collettiva della visione cinematografica diventi sempre più un’esperienza privata; la produzione vertiginosa di prodotti cinematografici si traduce sì in un ventaglio più ampio di scelta, ma anche in una sempre più elevata velocità di consumo dei prodotti stessi. I linguaggi si mischiano: ciò che prima apparteneva solo al cinema oggi si ritrova nelle serie TV o nelle pubblicità; e viceversa.

Il cinema cambia, e cambiamo noi spettatori.

La capacità del cinema di raccontarci il mondo attraverso un’angolazione precisa, personale, unica; la sua volontà di sfidarci come spettatori, di offrirci punti di vista anche scomodi sta forse lasciando il passo a un modo di fare cinema più accomodante, più “rassicurante”, in cui noi spettatori possiamo immergerci senza troppi scossoni.

Resta un fatto: il cinema, attraverso i suoi strumenti tecnici, ci racconta il mondo e il tempo in cui viviamo. Con le sue contraddizioni, con le sue storture, con le sue bellezze. Oggi come 100 anni fa, ci offre la possibilità di capire e interpretare la realtà che ci circonda in quel modo unico e potente che solo le immagini riescono a evocare.